La Sacra Spina

SSpinaSulla destra del presbiterio, nel Duomo dell’Assunta, all’interno della cappella che sino al 1805 era dedicata al SS Sacramento, vi  è attualmente custodita la Sacra Spina di Andria.

Questo prezioso frammento della Corona di Cristo, simbolo inestimabile della sua dolorosa Passione, esiste nella città dal 1308, quando il re di Sicilia, Carlo II d’Angiò, lo portò da Parigi per farne dono a sua figlia Beatrice, in occasione delle nozze col Duca Beltrando Del Balzo.

Fiino al 1633, anno in cui si trova ufficialmente registrato il primo miracolo in un atto pubblico rogato dal notaio Gian. Alfonso Gurgo d’Andria, non si ha alcuna testimonianza di significativi prodigi legati alla Spina. Le cause di un così lungo silenzio sono riconducibili a quella serie di sventure – guerre e invasioni, incendi e devastazioni, pestilenze e calamità – che colpirono Andria nel corso dei secoli, con la conseguente perdita e distruzione di gran parte del suo patrimonio storico, artistico e librario.

SSpina_2Tutta la documentazione archivistica, a partire dal secolo XVII fino ai giorni nostri, costituita per lo più da atti notarili redatti da testimoni oculari e depositati nella Curia Vescovile, concorda nell’attestare l’autenticità di un singolare fenomeno che si verifica puntualmente quando il Venerdì Santo coincide con il 25 marzo, solennità dell’Annunciazione. «Vi fu per antica tradizione, che congiungendosi la festa della SS Annunziata della Vergine (in cui si solennizza la memoria della incarnazione del verbo) con la feria sesta in Parasceve, giorno consacrato alla memoria del cruento sacrifizio, con cui il Nazareno Gesù per salvezza del genere umano si offerse all’Eterno Padre, che la detta spina si vedesse aspersa di molte gocce di sangue».

SSina_0La Cappella della Sacra Spina fu progettata dall’ingegnere Riccardo Ceci, sotto l’episcopato di Mons. Giuseppe Staiti (1899-1916) che, a seguito del miracolo del ravvivarsi delle macchie di sangue avvenuto il 25 marzo del 1910, «volle conservare degnamente e mettere in perpetua venerazione la Sacra Insigne Reliquia, tenuta fino allora negletta e chiusa in un astuccio nella Sacrestia del Cappellone di S. Riccardo».

Si decise di utilizzare l’antica cappella del Santissimo Sacramento, chiusa al culto e murata per evitare che il continuo passaggio dei fedeli recasse disturbo alle funzioni capitolari. Ridotta a «deposito di legnarne, di utensili, di attrezzi d’ogni specie, ed anche della Caslellana, (ossia il tumulo), che viene eretta nei funebri dei Vescovi e dei capitolari defunti», questa Cappella venne riportata al suo splendore dall’officina marmorea di Nicola Bassi di Trani, ed è oggi uno dei gioielli più preziosi della città di Andria.

Bibliografia
La Cattedrale di Andria,AA.VV.,Grafiche Guglielmi
Zampogna G.,La «Sacra Spina» di Andria,Tip. Segrade
FotoSi ringrazia la Sacrestia Cattedrale di Andria

Lascia un commento